Cima Est di Passo Cavuto

Per onorare la nuova cima del Club2000 e uno dei siti più belli dell'Appennino


… e succede che, con il pretesto della rinnovata lista dei duemila, abbiamo un altro buon motivo per tornare di nuovo ad attraversare la bellissima Valle delle Rose, questa volta nell’abito tardo invernale con tanta, tanta neve. La neo-nominata Cima est di Passo Cavuto si trova infatti a poca distanza del valico da cui prende il nome e chissà quante volte l’avremo vista dal basso, senza distinguerla più di tanto tra i vari sali e scendi che caratterizzano la cresta frastagliata che dal passo si congiunge verso est al ben più marcato Monte Boccanera. Eppure, come abbiamo poi avuto modo di constatare, questa cimetta secondaria ha un suo perché grazie agli ampi panorami che consente su una delle più belle zone del Parco, in particolare se raggiunta nella veste innevata come è successo a noi in questa escursione I preparativi per la partenza si svolgono in silenzio sotto il sole del primo mattino nello spiazzo situato nella parte più alta del bel borgo di Civitella Alfedena ed un comodo muretto consente la stesa di tutta l’attrezzatura rendendo piacevole, qui più che altrove, il rituale intriso del piacere sottile per l’avvio dell’escursione tanto desiderata ed ora finalmente imminente. Dallo stesso punto prendono il via i due sentieri più famosi e frequentati del Parco, a sinistra si va per la Valle Iannanghera mentre a destra è l’imbocco di una mulattiera sconnessa che subito dopo si trasforma nel sentiero che solca la Valle delle Rose: il più classico tra i giri da Civitella consiste infatti nella salita per una via sino al Rifugio di Forca Resuni e la discesa per l’altra, andando a descrivere un percorso ad anello di grande interesse, anche per la concreta possibilità di fare incontri con cervi e camosci che qui sono molto numerosi e tutto sommato un pò meno schivi che in altre parti degli Appennini. Il sentiero della valle di Rose si snoda prima per prati e poi inizia a salire deciso con delle svolte nel bosco dove già compaiono i primi segni della primavera imminente con i bucaneve sparsi un pò dovunque a fare da apripista alle fioriture che tra non molto copriranno ogni spazio a terra; in breve i tetti di Civitella si allontanano in basso e saliti duecento metri circa di quota si esce per un breve tratto dal bosco e si è sopra ad un magnifico belvedere sul Lago di Barrea da cui con uno sguardo si abbraccia tutto il paesaggio all’intorno dove si alternano montagne importanti: dal Marsicano alla Montagna di Godi, al Monte Chiarano sino al Greco, la cima più alta di questa parte di Appennino. Da rada che è all’inizio dell’escursione, ben presto la neve diviene sempre più presente, profonda e cedevole tanto che dopo un pò optiamo per calzare le ciaspole il che rende la prosecuzione sicuramente meno faticosa; in fila indiana proviamo a battere la neve e fare una traccia ad un altro escursionista assieme al quale abbiamo percorso il primo tratto di strada ma che è sprovvisto dei provvidenziali “piedoni” … anche perché chi avrebbe potuto immaginare così tanta neve già alle quote più basse?!? In breve gli accumuli di neve nel sottobosco divengono imponenti e ad un certo punto il nostro compagno di avventura deve abbandonare per via della neve assai profonda che gli rende ogni passo oltremodo impegnativo: ci accomiatiamo con un pò di rammarico per la rinuncia forzata, ma senza l’ausilio dell’attrezzatura proseguire sarebbe davvero impossibile. La progressione nel silenzio tra faggi altissimi prosegue ancora per un bel pò con andatura lenta per assorbire al meglio le sensazioni dello scenario di pieno inverno in cui siamo immersi. A quota 1.700 il bosco si dirada ed alla nostra sinistra appaiono in alto i balzi rocciosi che salgono al Monte Boccanera: questo è uno dei tratti più belli della Valle delle Rose quando, all’uscita dal bosco, si apre improvvisa la vista sull’ampio anfiteatro che racchiude la testata della valle e si intuisce in alto la stretta incisione del valico di Passo Cavuto. In questo tratto il sentiero corre proprio nel fondo della valle ma vista la presenza di una gran quantità di neve decidiamo di mantenerci un poco più in alto sulla destra, guadagnando quota con un lungo traverso sotto le pendici del Monte Sterpi d’Alto così da avere anche una buona visuale sulla cima obiettivo dell’escursione: ad est di Passo Cavuto si sviluppa infatti una lunga cresta che conduce fino al Monte Boccanera caratterizzata da diversi speroni rocciosi, una dei quali appena un pò più alto degli altri è appunto la new entry della lista dei duemila metri e dista solo qualche centinaio di metri dal valico. Con un ultimo breve tratto su fondo cedevole raggiungiamo finalmente il valico che oggi ha sembianze insolite per via della spessa coltre che ammorbidisce ogni asperità del terreno, il valico è intasato dalla neve tanto da essere appena pronunciato, e la sensazione di “galleggiamento” sul manto bianco è rafforzata dalla vista della palina con i cartelli indicatori in legno che spuntano appena fuori dalla neve!! Anche se non è del tutto sereno lo scenario appena si scollina al Passo Cavuto è formidabile: siamo proprio nel cuore delle aree più selvagge del Parco ed è tutto un susseguirsi di cime rocciose dalle pareti inaccessibili che sovrastano valli dal fondo tormentato; sarà anche perché ampie parti di questa zona sono interdette all’escursionismo ma il senso di wilderness che si prova in questi luoghi è davvero forte ed oggi poi essere lassù immersi nel bianco trasmette un senso di isolamento che rende il momento ancor più indimenticabile. Dopo una doverosa sosta fotografica ci avviamo lungo la cresta ad est del valico facendo ben attenzione a non avvicinarci troppo al limitare che si affaccia sulla Valle di Rose per via di consistenti cornici di neve che ingannevoli si proiettano nel vuoto; seppure breve questo tratto è molto interessante: si supera un primo sperone che si impenna per qualche decina di metri e poi si scende descrivendo un’ansa fino a raggiungere la base della nostra cima che si innalza evidente dalla linea della cresta. In breve siamo sulla vetta, praticamente una piazzola di pochi metri quadri su cui riusciamo comunque a sistemarci per una breve sosta a fare delle fotografie e l’immancabile autoscatto i cui preparativi richiedono a Doriano qualche peripezia, visto il poco spazio a disposizione e le forti pendenze che ci circondano in ogni lato. Data la poca distanza molto bella è la visuale verso lo Iamiccio ed ovviamente sul Petroso che appare imponente affiancato dalla sua impervia antecima orientale mentre proprio di fronte sono il Monte Capraro ed il Balzo dalla Chiesa, tutte cime mitiche rese ancor più belle perché completamente ammantate di bianco .. insomma questa nuovo “2.000” sebbene un pò defilato e poco appariscente si è rivelato un ottimo punto di osservazione e se non fosse stato per il nostro Club non ci saremmo mai saliti!! Per il ritorno ripercorriamo i nostri passi, sempre con molta cautela sino al valico di Passo Cavuto, non senza uno sguardo all’indietro verso la vetta appena toccata e poi, dopo un ultimo giro d’orizzonte verso sud ci avviamo nell’ampia Valle delle Rose che tutta bianca e vista così dall’alto appare ancor più ampia di quanto non lo sia in realtà. Ripercorriamo la traccia dell’andata e si scende che è una bellezza con le ciaspole che nei tratti più in pendenza prendono il via tipo fossero dei rudimentali quanto ingovernabili sci … un paio di goffe cadute sono un buon pretesto per proseguire la discesa con il sedere a terra fin quando la palla di neve che via via si ingigantisce tra le gambe consiglia di smettere e riprendere la posizione eretta  Così, in breve raggiungiamo delle roccette che affiorano dalla neve proprio al limitare del bosco e fanno da base per la sosta del meritato pranzo al sacco. La marcia riprende rientrando nella faggeta dove procediamo a ritmo lento così che l’escursione possa protrarsi ancora un pò più a lungo e come quasi sempre avviene questo sulla via del ritorno è il momento dei ricordi delle tante escursioni fatte in zona nonchè l’occasione iniziare ad abbozzare i piani delle avventure future. Scesi di quota e fuori dal bosco siamo di nuovo nel tratto in cui il sentiero diviene un magnifico belvedere sul lago di Barrea che nel primo pomeriggio presenta colori e riflessi ancor più accesi che al mattino .. e nonostante le molte volte che si possa aver percorso questo tratto non si può fare a meno di sostare ad ammirare il panorama!! Ancora un breve tratto di sentiero e siamo di nuovo a Civitella Alfedena dove sappiamo attenderci un piacevole momento di relax e ristoro comodamente seduti dentro ad un bar. L’escursione si conclude così, con tanta soddisfazione come sempre, davanti ad un caffè fumante a parlare tra vecchi amici … e con gli occhi ancora colmi di quanto abbiamo avuto la fortuna di vedere!!